nolite

Un’opera realizzata con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Abruzzo e patrocinata da numerosi enti tra i quali: il Comune dell’Aquila, la Provincia dell’Aquila, l’Ente Parco Majella, l’Arcidiocesi dell’Aquila e la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per l’Abruzzo.

 

“NOLITE TIMERE” è una docu fiction incentrata sulla figura di San Pietro Celestino e sul suo grandioso insegnamento spirituale, scritta da Eulalia Caterina Rosati e da Giuseppe Tandoi il quale ne cura anche la regia. Una docu fiction che intreccia il racconto della figura di Pietro del Morrone con le storie di tre testimoni del processo di canonizzazione, tenutosi a Perugia, dal quale Pietro sarà riconosciuto Santo nel 1313.

Docu fiction su momenti di vita testimoniata, analizzata e compresa, finalmente, di Pietro del Morrone, frate del XIII secolo che è noto oltre ogni limite materiale e temporale, come “colui che fece il gran rifiuto”, verso dell’Inferno di Dante che, con molte incertezze, viene riferito a Pietro che, come Celestino V, lascia il trono papale dopo soli quattro mesi. Lascia il trono, l’abito del papa, ma non il saio del monaco.

Momenti di una vita sempre difficile da raccontare, perché le tracce dirette a cui fare riferimento sono poche e, nel corso del tempo, sono state anche manipolate dall’una o dall’altra versione, dall’una o dall’altra necessità o presa di posizione.

Ci sono le testimonianze dirette del processo di canonizzazione, però, quella canonizzazione voluta anche da Filippo IV il Bello. Quindi ci sono prove inconfutabili di una vita unica, esemplare che ha lasciato un grande insegnamento che, poteva, può e potrà, oltre le spire del tempo e della storia, parlare e dare un aiuto all’umanità di ogni epoca.

“Nolite timere” è quindi il messaggio di Pietro all’umanità ferita che lo raggiunge nel suo eremo alla ricerca di un miracolo o anche soltanto di una risposta alla difficoltà della vita. “Non temete… lasciate i fardelli di dolore e vivete la vita che vi è stata donata” è la risposta di Pietro.
Egli insegna ad essere onesti ed autentici verso se stessi e verso gli altri, ad accettare la vita e i suoi dolori, senza perdere la calma, trovando quella pace interiore che è la chiave per vivere il presente, quel centro stabile di quiete per affrontare l’instabilità perenne del mondo esterno.

Le tre testimonianze prese in esame sono le basi su cui si snocciola il racconto della docu fiction ricostruite con attori veri, tra i quali, ad interpretare Pietro Celestino, è il grande Lino Capolicchio (Il giardino dei Finzi- Contini). Attorno a lui un cast di attori molto bravi e di grande esperienza: Claudio Marchione, Manuele Morgese, Marilia Papaleo, Aldo Spahiu, Daniele Micheli e, per la prima volta sullo schermo, il giovane Emanuele Federici.

Gli altri episodi della vita di Pietro s’intrecciano alla ricostruzione attraverso immagini e video dei luoghi in cui si sono svolti. Due voci narranti si alternano nel racconto, una voce femminile dei nostri giorni, quella di Antonia Renzella e la voce di Don Lelio Marini, interpretato da Franco Narducci, abate celestino che nel 1600 riordinò tutti i documenti sulla vita di Pietro del Morrone.

Il fluire del racconto si immerge, in modo suggestivo, nel realismo delle scene ricostruite e, a coronare la narrazione, fondamentale è il ruolo della colonna sonora, opera di Manlio Fabrizi ed eseguita dal gruppo vocale e strumentale “Concentus Serafino Aquilano”, colonna sonora che trasforma i canti e le preghiere dei monaci in simboli vibranti di quel cammino di purezza e perdono al quale Pietro invita tutti a percorrere senza alcun timore.