spietroadora

"Immaginate un viaggio magico, su e giù per l’Europa del XII secolo: immaginate di volare per feudi e terre e città, e di scendere a far tappa nei luoghi in cui gli artisti del tempo hanno realizzato gli affreschi più affascinanti, quelli in cui è evocato il Salvatore che torna nell’Ultimo Giorno. Sarebbe un sogno, poter vedere così, una dopo l’altra, le dodici più belle absidi affrescate del tempo romanico, in cui l’arte del tem­po ha raffigurato l’evento più atteso, la seconda Venuta del Cristo, in trono, nei cieli squarciati del giorno della salvezza. [...] negli affreschi del presbiterio di San Pietro ad Oratorium, che pure sono pieni di fascino barbarico, sorprende il Cristo che, circondato dai simboli degli Evangelisti, fugge dal catino absidale e trova posto in trono nella parte sovrastante dell’arco trionfale; intorno a lui i ventiquattro Vegliardi sembrano seduti a tavola, quasi fossero gli Apostoli all’Ultima Cena." (Fonte web BEFORE CHARTERS).

La Chiesa di San Pietro ad Oratorium è immersa in un bosco particolarmente suggestivo sulla riva sinistra del fiume Tirino, in un luogo che evoca storie di eroi, misteri e magie. Sull'architrave del portale campeggia una scritta millenaria che ne descrive le origini: "A rege Desiderio fundata anno milleno centeno renovata" (Fondata dal re Desiderio e rinnovata nell’anno 1100).

Una chiesa voluta quindi dall’ultimo re longobardo Desiderio, che quattro secoli dopo, con il restauro del 1100, assume le forme romaniche, arrivando ad essere annoverata tra i più importanti esemplari dell’architettura romanica italiana.

Documenti storici dimostrano però che San Pietro sia ben più antica di quanto dichiari l’iscrizione stessa. Della chiesa più antica rimangono delle lastre in pietra scolpite, che i costruttori del XII secolo reimpiegarono nella nuova edificazione.

Durante il restauro del 1100 fu inserito nella facciata un blocco di pietra simbolo magico della mistica medievale recante incisa una strana scritta palindroma composta di cinque parole sovrapposte (cd. quadrato magico): rotas opera tenet arepo sator.

Il significato enigmatico ha dato vita a numerose e controverse interpretazioni, una di queste fornisce la seguente chiave di lettura: sator opera tenet – tenet opera sator, ovvero “il Creatore ricorda le opere” – “tiene a mente il tuo operato”. Con le lettere suddivise da una immaginaria croce greca centrale si ottengono due volte le parole "pater noster".

La peculiarità del Sator di San Pietro è che il quadrato magico risulta misteriosamente "rovesciato". Una ipotesi è che si volesse accentuare il valore palindromo del simbolo oppure invertirne il potere magico che esso poteva evocare.

Un bassorilievo del profeta Davide indica un'iscrizione che recita misteriosamente: "Sculptor imago apparuit ito insomnis hec" (“lo scultore decise questa sistemazione in seguito ai suoi sogni, durante i quali ne ebbe l’ispirazione”).

L’interno è composto da tre navate che culminano in tre absidi con al centro il prezioso ciborio del duecento dove campeggia un Cristo benedicente in trono che mostra la scritta all'interno del Libro "ego sum primus et ultimus".

I pilastri interni sostengono capitelli con motivi vegetali e animali.

Sotto il ciborio è presente un antichissimo altare pagano che presenta ancora i segni delle bruciature dei sacrifici, proveniente da un tempio posto sicuramente nelle vicinanze. Un affresco reca una rappresentazione dell'Apocalisse, insolitamente priva di colori.

Una chiesa piena di fascino e di mistero che è possibile visitare contattando la ProLoco di Capestrano.